Un farmaco per la cecità

Pubblicato il da Massimiliano Rini

Guarire dalla cecità (almeno in alcuni casi) si può: la cura viene da un farmaco sperimentato in Inghilterra.

Buone notizie per le persone affette dalla neuropatia ottica ederitaria di Leber, una forma di cecità ereditaria che porta alla perdita di un occhio e, in un periodo che va da 3 a 6 mesi, anche dell'altro. Un team di ricercatori dell'Università di Newcastle, in Gran Bretagna, ha condotto uno studio clinico su un gruppo di pazienti gravemente colpiti dalla malattia, dimostrando che un farmaco chiamato Idebenone è capace di far recuperare, almeno parzialmente, la vista.

Questa forma di cecità è la più comune tra quelle ereditarie, è trasmessa dalla madre e colpisce soprattutto i figli maschi. La malattia danneggia in particolare i mitocondri, cioè le "batterie" energetiche delle cellule. I ricercatori hanno sottoposto i pazienti a sei mesi di trattamento con l'Idebenone, con un risultato sorprendente: 9 pazienti su 36 sono riusciti a leggere la prima, e in qualche caso anche la seconda riga di lettere della tabella usata dagli ottici, mentre prima del trattamento i pazienti non riuscivano neanche a vedere la tabella sul muro. I migliori risultati si sono ottenuti sui soggetti che avevano la visione da un occhio migliore rispetto all'altro, in pratica quelli in cui la malattia era ancora nella fase iniziale. Il farmaco riesce a penetrare all'interno dei mitocondri, e probabilmente li ripulisce dai radicali liberi tossici, migliorandone la funzionalità

Anche se i pazienti raccontando di miglioramenti permanenti anche dopo aver interrotto l'assunzione del farmaco, bisognerà continuare con le verifiche e con gli studi approfonditi sugli effetti del trattamento: in ogni caso queste persone hanno già una vita completamente cambiata, visto che ora sono capaci di muoversi senza problemi o anche vedere le foto dei loro familiari.

"Avevo perso il mio occhio sinistro in cinque giorni," - racconta uno dei pazienti, Mike Scholes - "e ho dovuto smettere di lavorare e di guidare. Dopo 7 mesi di analisi, proprio quando mi è stata diagnosticata la malattia, ho perso la visione dei colori anche dall'altro occhio: vedevo solo ombre di blu. Quando ho deciso di prendere parte allo studio clinico, già dopo un mese e mezzo ho notato dei miglioramenti, sono tornato a vedere il giallo e il rosso. Ora la malattia non mi impedisce di avere una vita normale: posso vestirmi distinguendo i colori, posso leggere il nome di una strada e leggere con l'aiuto di un computer".

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